Giganti millenari. Ecco i magnifici 5

Sembra una gara a chi ce l’ha più grosso, e più vecchio. In Italia, soprattutto nel centro-sud della Penisola, di olivi secolari ce ne sono migliaia. Quelli millenari sono meno, ma comunque nell’ordine delle centinaia. Decine di questi, presumibilmente, superano i duemila anni.Sono questi i giganti millenari. In alcuni casi si tratta di olivi rigogliosi, superbi, che ancora fruttificano. In altri casi di alberi “spelacchiati”, che sembrano accusare il peso degli anni. Inutile dire che la Puglia può vantare il “vivaio” più longevo d’Italia, con la maggior parte delle piante millenarie. In alcuni casi, nel Salento, alcuni olivi hanno dovuto purtroppo soccombere alla Xylella, malattia che avanza senza pietà risalendo il tacco dello Stivale e distruggendo gli uliveti che incontra. Altri combattono fieramente contro il batterio per continuare a dare un buon extravergine di oliva.

Una “rete” di dubbi

giganti millenari

Navigando in internet se ne leggono di belle: datazioni improbabili, con margini di errore di mille e più anni. Vengono chiamati in causa centri di ricerca, scienziati, professori, ma par di capire che certezze ve ne siano ben poche, a cominciare dal metodo di calcolo dell’età. Su questo ci riserviamo di approfondire l’argomento chiedendo ad un esperto. Per il momento, stiliamo una “top five” senza rispettare un ordine di grandezza, vetustà o importanza storica, attenendoci alle confuse e campanilistiche informazioni reperite sul web.

Olivo di Borgagne (Lecce) detto Lu Matusalemme

giganti millenari

Con un’età stimata compresa tra i 3.000 e i 4.000 anni, questo sorprendente olivo ancora fruttifica e dalle sue olive si estrae un Evo ricadente nella dop Terra d’Otranto. L’altezza si aggirerebbe all’incirca sui 14 metri, mentre la circonferenza del tronco, calcolata a un metro e mezzo da terra, sarebbe di 5,7 metri.

Olivo di Fara Sabina (Rieti), detto Ulivone

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La circonferenza alla base del tronco di questa pianta sarebbe di 7,2 metri. L’altezza, di ben 15 metri, e la circonferenza della chioma che sfiorerebbe i 30 ne fanno forse l’olivo più grande della Penisola. Come il suo antico cugino pugliese, l’albero fruttifica. L’olio che se ne produce ricade nella dop Sabina. Età stimata: 3.000 anni.

Olivo di Luras (Sassari) detto S’ozzastru

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L’età di questa pianta sarebbe compresa tra i 2.500 e i 4.000 anni (secondo uno studio dell’Università di Sassari), la circonferenza alla base del tronco di 12 metri e l’altezza di 14, con una circonferenza della chioma stimata in circa 21 metri. Si tratta di un olivastro, di una pianta selvatica, dichiarata nel ‘91 “monumento naturale”.

Olivo di Magliano in Toscana (Grosseto), detto Della strega

giganti millenari

Con un’eta stimata di circa 3.500 anni, una circonferenza alla base del tronco di 8,5 metri e un’altezza di quasi 10 metri, vanterebbe, a memoria d’uomo, anche un “incontro ravvicinato” con un fulmine. La pianta è ancora in vita nonostante abbia perso la maggior parte dei rami nella parte del tronco esposta a Nord.

Olivo di Pisciotta (Salerno)

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Se la stima citata on-line del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) è attendibile – perché mai dovremmo dubitarne – questo esemplare potrebbe avere 4.500 anni, quindi essere il più vecchio d’Italia. La circonferenza al tronco sarebbe di 8 metri e, come si evince da alcune foto, produrrebbe ancora drupe “pisciottane”.

MisterEvo si riserva di recarsi sul posto per rendere più attendibile questa mini-classifica.

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