Xylella più che “fastidiosa” disastrosa

In Puglia un ulivo monumentale su tre abbattuto dalla malattia della Xylella più che “fastidiosa” disastrosa. Lo rivela un monitoraggio di Coldiretti Puglia. L’associazione locale dei coltivatori diretti sottolinea, per il comparto, “conseguenze di carattere storico, ambientale, economico e occupazionale”. Il morbo da anni sta divorando il patrimonio olivicolo regionale. In alcune aree del Salento, in particolare, il paesaggio è da tempo ormai spettrale.

Una guerra lunga e difficile

Un problema, come MisterEvo ha già sottolineato, che sta mettendo a rischio l’intera produzione italiana, non solo quella pugliese. Contro la Xylella più che “fastidiosa” disastrosa, la Puglia ha messo in campo ogni strumento utile. Dai cani molecolari (XDD – Xylella Detection Dogs), che sembrerebbero in grado di individuare la malattia nelle piante al suo primo stadio, agli innesti con varietà “immuni” o a “duplice attitudine”.

Missione: salvare le piante centenarie

Eppure, il tentativo di innestare altre varietà sugli alberi monumentali, dopo anni è ancora in fase sperimentale. “Innesti – spiega Coldiretti – che devono essere praticati nei tempi giusti altrimenti non ci sono i risultati sperati”. E per questo, chiede l’associazione, “le aziende vanno supportate con un sostegno al reddito. Almeno per 5 anni, fino a quando gli ulivi innestati non recuperano produttività e misure a superficie per ettaro”. La gestione di un ulivo monumentale è infatti “molto più complicata. Le rese sono più basse e in fase di raccolta bisogna procedere manualmente”. I produttori incontrano maggiori difficoltà anche a livello di potatura e trattamenti.

Xylella più che “fastidiosa” disastrosa

Il disastro, nella penisola Salentina, è sotto gli occhi di tutti. In provincia di Lecce, quantifica Coldiretti, “sono andate perse 3 olive su 4”. Senza contare “il crollo del 70% della produzione di olio di oliva anche nell’annata in corso”.

Caro Leccino aiutaci tu

Tra gli innesti più promettenti c’è il Leccino, una delle cultivar più diffuse nel nostro Paese. La sua duplice attitudine, ovvero la possibilità di utilizzarla anche come oliva da tavola, “sta trovando un mercato favorevole, con un incremento del 20% rispetto alla campagna precedente e con una resa aumentata e che quest’anno è stata intorno all’11-13%”.

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